In Italia si può fare meglio
Per avviare un attività occorrono, tra spese legali, adempimenti amministrativi e oneri fiscali, 4.155 euro in Italia, 2.207 euro nei Paesi Bassi, 2.109 euro in Austria, 2.046 in Belgio, 1.886 euro a Cipro, 679 euro in Finlandia, 627 euro in Spagna, 528 euro a Malta, 446 euro in Germania, 328 euro in Polonia, 312 in Ungheria, 270 euro in Francia, 244 euro in Lettonia, 227 euro in Portogallo, 219 euro in Svezia, 177 euro in Slovacchia, 174 euro in Grecia, 149 euro in Estonia, 134 euro nella Repubblica Ceca, 93 euro in Danimarca, 76 euro in Lituania, 72 euro in Irlanda, 63 euro in Bulgaria, 32 euro in Romania, 22 euro in Croazia e 0 euro in Slovenia.
Forse non sono cifre che fermano la costituzione di una startup ma è uno spread che abbassa il valore competitivo
del made in italy.
Considerando che siamo al varo di una finanziaria e - a detta di molti economisti - le startup sono il driver per il rilancio del made in italy (oltre a trattenere i nostri startupper italiani) ci auguriamo che nei 190 miliardi di recovery fund ci sia spazio per abbassare questo spread.Teniamo gli startupper in Italia
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